sabato 31 dicembre 2011

Il mio compleanno

E' il 5 luglio 1966. E' il mio compleanno. Questa mattina sono andata da mia zia che abita in campagna, a un paio di chilometri da casa nostra, noi invece abitiamo  più  verso il centro del paese.
Mia zia Ada è una donna grande e magra. Non ha figli e questo è  il suo grande cruccio. Avrebbe voluto soddisfare il suo istinto materno,  invece ha dovuto riversare il suo affetto  sui suoi nipoti.
E' una donna gentile e mi piace andare da lei. Oltre al fatto che ha sempre delle grandi scatole di biscotti,  ha anche voglia di parlare con me, a differenza  di mia madre che non ha mai tempo.
 Mi fa sempre delle domande sulle  mie amiche. Sono bizzarre le sue curiosità. Vuole sapere come si vestono le mie amiche, cosa dicono, come si comportano con me... tutte cose che sembrano di poca importanza per un adulto, ma per mia zia Ada no, sono discorsi interessanti.
Tra una mungitura e l'altra viene in cucina dove io sono seduta davanti al camino a leggere, il mio passatempo favorito e con la sua dolcezza si interessa a me. Sto bene in questa grande cucina, anche se sono sola, il fuoco del camino mi fa compagnia, in più ho sempre il mio fedele amico, il libro che non mi lascia mai sola.
Ma oggi è un giorno particolare per me, è il mio compleanno e non voglio deludere la mia famiglia che  ha  preparato un pranzo speciale per festeggiare la più piccola della famiglia, quella dolce bimbetta, con due trecce lunghe, due occhi azzurri un po' tristi e tante lentiggini sul viso.
La zia mi invita a pranzo, resterei volentieri, ma oggi non posso . Non posso deludere i miei cari che mi stanno aspettando, perciò declino l'invito e salgo in macchina con lo zio che mi riaccompagna a casa.
Sono le 12 passate e a casa nostra è questa l'ora del pranzo. Ritornerò con qualche minuto di ritardo, ma oggi mi è perdonato, oggi tutti sono in attesa di festeggiarmi.
Oggi compio 10 anni, le due mani intere, è un traguardo. Oggi sono più grande e anche più importante ai miei occhi. Forse anche agli occhi dei miei sarò più importante e un po' d'attenzione in più la meriterò.
Non vedo l'ora di mangiare il mio bel piatto di lasagne fumanti, tra la gioia dei miei cari, che mi attendono festanti.
Salgo le scale quattro a quattro, corro svelta per non fare aspettare, sono allegra e vivace.
Apro la porta della cucina e ... resto senza parole.
Non c'è più nessuno a tavola. Tutti se ne sono andati. Solo la zia Clementina è rimasta in cucina e sta sparecchiando la tavola. Senza dire nulla, mette davanti a me un piatto di maccheroni ormai freddi e un po' scotti. Nessuno si è ricordato che oggi è il mio compleanno.

Inno alla vita
















L'anno vecchio è ormai finito
ed io  che bene l'ho esaurito
devo rendere grato  omaggio
 a chi me  ne ha dato  il vantaggio.

 Che sia Dio il Creatore
oppure un caso accidentale
ciò che vale è l'ora attuale
di cui io ora sono fautore.

Non mi serve essere abbiente
di natali di gran lignaggio
per  agire con coraggio
e far di me un uomo  eccellente.

E il rispetto che do alla vita
che mi permette di non sprecare
ogni istante del mio passare
su questa terra  ahimé ormai finita.


venerdì 30 dicembre 2011

Chi sono io?




















Mi chiedo  chi sono io davvero.
Sono quella che appare alla gente
e che cerco di   me far vedere?

O sono quella che invero
ogni giorno è combattente
contro le mie paure più nere?

Forse non sono ciò ch'offro di mio,
sicura calma e ponderata;
ma  nemmeno quella che dico io
povera, insicura e limitata.

Ma alla fine  poi chiedo ad ognuno
devo per forza esser qualcuno?
Avere una carta d'identità?
Non posso essere quello che mi va?


mercoledì 28 dicembre 2011

Da giovani

















Da giovani  si crede che di tempo ce ne sia a iosa,
che più se ne  consuma,  più ne sia donato,
come succede per la legge di  mercato
che più c'è domanda, più l'offerta è grandiosa.

S' inghiotte  il tempo, si vive  con avidità
come quando si mangia golosi una  succosa pera
chè tanto per noi ci sarà una piantagione intera,
che generosa e ricolma,  frutti ci darà a volontà.

E in questa corsa impudente e senza ostacoli
finiamo poi per  non intravvedere
tutti quei  piccoli e grandi   miracoli
che la vita generosa potrebbe farci godere

se noi con la dovuta prudenza
aspettassimo con misurato talento
di capire il valore di ogni momento
e di decantarlo armati di pazienza.

domenica 25 dicembre 2011

La mediocrità

Cos'è la mediocrità?
E' consumare il proprio tempo a guardare una stupida trasmissione alla televisione.
E' trovarsi con alcuni amici e sparlare degli assenti.
E' non riuscire a spostare la conversazione su temi interessanti.
E' oziare per ore vagando di stanza in stanza.
E' fare sempre le stesse cose ad orari stabiliti.
E' rimandare sempre a domani quello che si potrebbe fare oggi.
E' rimpinzarsi di dolci e poi soffrire per il peso che aumenta.
E' dire quello che non pensi solo per non scatenare conflitti.
E' avere voglia di evasione ma non avere il coraggio di partire.
E' avere voglia di stare con amici ma temere di non essere accettato.
E' fare progetti per poi non attenersi ad alcuno di essi.
E' piangere da solo per non avere la forza di ribellarsi.
Tutto questo sono io



giovedì 22 dicembre 2011

Fra tre giorni è Natale

Fra poco è Natale ed io non ho fatto l'albero.
Non  ho allestito decorazioni nella casa.
Non mi va.
Sono false queste luci e questo agitarsi per Natale.
Siamo tutti buoni,
ci facciamo regali,
ci scambiamo abbracci,
facciamo finta di volerci bene,
ci sorridiamo,
ci riproponiamo di vederci più spesso,
poi richiudiamo la porta
e resta un gelo dentro
un morso allo stomaco
per tutti falsi sorrisi
e le parole inutili e vuote che si sono dette.
E un altro anno se ne va, fatto di ipocrisie,  solitudini ed egoismi.


domenica 11 dicembre 2011

L'armonia del mondo

Esiste un'armonia dell'universo per la quale ogni cosa trova il proprio posto in equilibrio con il resto del creato.
Ed ogni persona anche ha una sua posizione, una sua opportunità che la rende unica e insostituibile.
Ciò che è difficile è riuscire a capire dove sta il proprio equilibrio. Tutto il frastuono che facciamo nella ricerca della propria dimensione, tutto quel dibattere che si fa per farci spazio ci allontanano sempre di più dalla soluzione del problema.
Abbiamo bisogno di silenzio, di concentrazione, di solitudine per trovarci o ritrovarci.

Personalmente io amo la solitudine e la riflessione. Certo non mi piace restare sempre sola. Anch'io sono socievole e amo la compagnia, ma quando questa si rivela essere un semplice stare insieme per scacciare la solitudine, a quel punto non mi piace più.
Preferisco ascoltare una musica lieve, leggere un libro o semplicemente riordinare le idee in silenzio.
Da piccola adoravo sognare ad occhi aperti... Nel vero senso della parola. Sdraiarmi sul letto, mettere la radiolina e ascoltare quei programmi fatti di parole basse e di musiche dolci e poi sognare, immaginare il mio futuro, come lo avrei voluto, la mia vita a venire fatta di libertà e di amore.
Erano momenti di beatitudine. Era qualcosa che amavo davvero fare. Oggi non sarebbe possibile perchè il mio futuro è già segnato e non mi piace.
In questo quadro di armonia di segni e di colori potrei essere Zefiro che è là per infondere forza e movimento alle ninfe e alle creature divine. La mia forza è in questo. La mia qualità principale è la capacità di comunicare che ho; la capacità di lavorare per infondere forza e coraggio agli altri.
Se sono in armonia con il mio mondo circostante posso essere molto forte e sostenere con la mia forza progetti titanici. Nulla  mi spaventa, tutto mi pare possibile. Ma ho bisogno di sentire che faccio parte di un tutto armonico, che non sono sola, che ciò che faccio va nella stessa direzione degli altri.
Mi serve questa armonia, questo ordine,  sapere che io sono una parte di questo quadro armonico per poter trovare la gioia di agire e di vivere.


giovedì 1 dicembre 2011

Che ne sarà di me?

Perchè sono così pessimista ora?
Perchè non ho fiducia più nel futuro?
Perchè mi vedo già al palo, io che ho solo 55 anni e che potrei avere ancora almeno 20 anni di buona salute e forza di lavorare?
Che ne so... Sono depressa.
Penso che ormai sono passata.
Ci sento meno, ci vedo poco, sono meno rapida nelle riflessioni, poco ricettiva e tarda nelle reazioni...
E poi mi sento così lontana da questi giovani ...
Se poi mi guardo allo specchio... allora crolla davvero tutto.
 Ho cambiato fisionomia! Il volto non è più ovale, ora è diventato quadrato, le mie mani sono diventate delle spatole da lavoro, il corpo è più lento e più tozzo.... e gli occhi sono sempre più spenti.
Che mi resta ancora da subire?
Se prima guardavo avanti, con fiducia nell'avvenire.... ora invece sono più restia all'entusiasmo, più timorosa, più facile alla delusione.... Come farò ad invecchiare con dignità?

sabato 26 novembre 2011

Mia madre
















Sono seduta a terra, accoccolata di fianco a mia madre.
Che donna! E' grande, bella, intelligente, mi sembra una Madonna!
Che beatitudine stare lì, di fianco a lei a guardarla!
Forse si accorgerà di me. Forse mi vedrà, vedrà che sono qua, che la sto guardando!
In realtà è troppo occupata, ha sempre tanto lavoro!
Siccome è molto brava tutti hanno bisogno di lei.
E lei sa sempre trovare una soluzione.
Non c'è nulla che non le riesca.
Non c'è problema al quale lei non riesca a trovare una risposta.
Mi chiedo se sarò mai come lei.
No, non credo.
Non ce la posso fare.
Di donne come lei ce ne sono poche.
Ed io ho avuto la fortuna di averla come madre!
Mi piace guardarla quando alla sera prima di dormire si passa la crema sul volto e sulle mani..
Com'è bella!
Io invece non le somiglio.
" Sei proprio come tua zia" mi dice lei spesso.
Mi sono sempre chiesta perchè dovrei assomigliare alla sorella di mio padre e non a lei che mi ha generato.
Sono un po' rotondetta, ho una pelle estremamente chiara, coperta di efelidi, ho gli occhi azzurri.
Si,  sono molto diversa da lei, grande, esile, bruna dagli occhi neri.
E poi sono timida, dolce, servizievole e desiderosa di affetto, ma anche pronta a dimostrare affetto a chi mi circonda.
Che cosa ho che non va?
Forse nulla, forse sono solo tremendamente una presenza in più... che chiede in silenzio.. " Mi hai vista?
Ci sono"

domenica 20 novembre 2011

La voglia di scrivere

Mi prende questa voglia di scrivere, questo bisogno di lasciare le parole scorrere e poi fissarsi sulla pagina, che non posso aspettare, devo  dare sfogo alla mia creatività.
Alla fine mi piace parlare di tutto, ma preferisco le introspezioni psicologiche o la poesia delle piccole cose.
Come per esempio la bontà di una tazza di caffé, una piccola e fumante tazza di caffé.

Sono quello che scrivo?
No, credo piuttosto che posso solo scrivere quello che sono.

Quando altre forti emozioni non le vivo più,
Quando il tempo mi relega un po' ai margini del vortice,

il piccolo mondo in cui sono avvolta
rappresenta tutta la mia forza.

E allora quello che prima era una piccola cosa,
ora invece è un centro di armonie e di emozioni.

Come questa piccola tazza bianca fumante
piena di caffé scuro e profumato.

Che miracolo della natura questa tazza!
E' aromatizzata, piacevole e d'effetto quando è calda;

mentre può essere disgustevole
se bevuta fredda, nella tristezza.

Non è la tazza in se che è piacevole,
è il contesto in cui si consuma che ne fa una bevanda speciale.

Bevuta in compagnia di amiche, comodamente sedute,
a raccontarsi la vita come fanno le donne.

Consumata al bar insieme ai colleghi più simpatici
nella pausa del lavoro o prima di inziare una giornata intensa.

Bevuta con il proprio compagno appena svegli,
preparata con amore dal partner innamorato.

Sorseggiata da sola, all'alba silenziosa,
quando tutti dormono e  nessuno chiede ancora nulla.

Ordinata  in una terrazza di un bar, all'aperto
in un giorno di sole, in una località turistica.

Quante tazze di caffé consumate con piacere
in quante occasioni speciali di tutti i giorni.







mercoledì 2 novembre 2011

Ken Robinson dice che la scuola uccide la creatività | Video on TED.com

Cliccare qui per andare sul video:
Ken Robinson dice che la scuola uccide la creatività Video on TED.com

Questo video è molto divertente, ma soprattutto rivelatore di un bisogno della nostra società.
Lavoro a questo pensiero ormai da diversi anni. Ci sono arrivata prima attravreso la necessità di rendere le mie lezioni più interessanti, di vedere la partecipazione delle classi al mio lavoro, poi a mano a mano che vedevo spuntare dagli alunni qualità insospettate... mi sono resa conto che la strada era quella giusta.
Che l'alunno è un tutto che non può scindere la sua personalità e tirare fuori solo quella parte che l'insegnante gli chiede; che ciascun  scolaro ha un modo diverso di affrontare la conoscenza, ma che tutti hanno lo stesso atteggiamento se la lezione non li tocca: la noia e lo sbadiglio.
Perchè i risultati sono molto buoni quando devono fare attività che escono dai canoni ed estremamente scarsi quando devono applicare pedissequamente delle regole? sarebbe più semplice, ma il loro cervello, la loro sensibilità rifiuta l'imposizione, l'applicazione fine a se stessa. I loro cervelli hanno bisogno di liberarsi e di lavorare in accordo con tutto quello che la propria individualità mette a disposizione: il corpo, le mani, i sensi, i sentimenti.

martedì 1 novembre 2011

Madri

Non si nasce con l'istinto materno. Non è scritto che avrai dei figli e che sarai una madre splendida. Non si impara nemmeno dai propri genitori ad essere madri. E' una competenza che si acquisisce sul campo. Ciascuno elabora la propria sulla base del vissuto pregresso e delle esperienze del momento. Non c'è una scuola che ti insegna quali cose sia meglio fare per i propri figli e quali evitare. Perchè ciò che funziona per alcuni figli non funziona per altri. La severità è perfetta per quei figli che hanno bisogno di essere imbrigliati e guidati, ma non va bene per gli spiriti liberi perchè li soffocherebbe. Coprire d'affetto e di baci può rendere passivi alcuni  che hanno invece bisogno di essere spronati, ma la mancanza di manifestazioni d'amore può invece rendere insicuri per la vita i figli che hanno bisogno  di sentirsi amati.
L'educazione che mia madre ha impartito a noi figli ha funzionato bene solo per uno di noi, che è riuscito nella vita a sentirsi bene nella sua pelle e a tirare fuori il meglio di sé e ad imporre se stesso negli ambienti che frequenta. Per me e l'altro fratello è stata invece un'educazione che ci ha privato della fiducia in noi stessi e del coraggio di osare, di esporsi e di mostrare chi siamo. Abbiamo una forza dentro... una profondità di pensiero...un cuore ed una sensibilità, che non riescono a farsi strada fuori da noi.
Mi chiedo... ma io che madre sono stata? Ho saputo comportarmi in modo diverso con i miei figli a seconda del loro bisogno? Oppure ho sbagliato tutto e sono stata permissiva con quello che aveva bisogno di limiti e rigida con quelli che avrebbero dovuto  essere incoraggiati a librarsi nell'aria?
Non lo so. Forse si, ho sbagliato. Ciò che non ho mai voluto fare è agire da manuale, eseguire la lezione appresa e applicarla pedissequamente. Certo mi sono informata, ho letto, mi sono confrontata, mi sono posta delle domande e poi ho sempre cercato di rispondere guardando mio figlio e il suo benessere presente o futuro. Non sono stata sempre permissiva, ho posto dei limiti, soprattutto ho voluto  dare loro la forza di affrontare la vita, la sensibilità per apprezzare la poesia del mondo, la cultura per scegliere cosa fare di sé.
Ciò che ora mi dà più gioia è sapere che i miei figli si vogliono bene, che si cercano, che hanno voglia l'uno dell'altro. Sono felice di questo. So che questo bene che li lega, così come la loro sensibilità, non li farà mai sentire soli nella vita.

domenica 30 ottobre 2011

Mario è cattivo

  Mario è uno stronzo. Uno che non sa vedere nel cuore degli altri, che se ne frega dei sentimenti altrui, che non esita a ferire profondamente la sensibilità altrui, salvo poi pentirsi e volerne riconquistare l'affetto.
La sua è cattiveria. Ha l'animo cattivo, è incapace di amare davvero, di entrare in sintonia con le persone.
Sa essere dolce solo se ne  ha bisogno, mentre invece se crede di essere superiore può  essere sprezzante e incurante delle ferite che inferisce.
Come tutte le persone prive di sensibilità, è  imprevedibile e estremamente irascibile. Un nonnulla può farlo montare su tutte le furie in qualsiasi momento o situazione.
E' assolutamente incapace di autocontrollo, la sua ira si scatena ovunque, ma di preferenza in quei luoghi in cui dovrebbe cercare collaborazione e  dimostrare più comprensione,  con quelle persone che più gli sono vicine e a cui più dovrebbe riconoscenza.
Ciò che più stride in lui è questa arroganza gratuita con i più cari e i più deboli. Facilmente un atteggiamento aggressivo lascia senza parole chi è benevolmente disposto e generoso e incapace di rispondere. Con queste persone è facile essere cattivi, da essi non si può avere reazione, ma la ferita inferta lascia una traccia indelebile. Il cuore accumula questi colpi, ogni ferita resta impressa, fino a quando il cuore sarà prosciugato,  secco,  incapace di amare e  finalmente potrà compiere la propria vendetta.

giovedì 27 ottobre 2011

Che delusione!

Mi sono investita molto nel mio lavoro. Ho cercato di acquisire una competenza adeguata e cerco sempre di migliorare le mie competenze. Nella maggior parte dei momenti della mia vita, la mia preparazione, il mio lavoro hanno invaso la mia vita privata, la hanno condizionata.  Ho cercato di adattare  e di conciliare la mia vita famigliare con il mio lavoro.
Non mi è bastato e non mi basta essere preparata. Consapevole del fatto che non si può comunicare parole vuote o concetti sterili o conoscenze fini a se stesse, mi sono gettata alla ricerca della motivazione... Ho messo in atto tutte le strategie che conoscevo, ne ho inventate di altre, ne ho rielaborate e  prese da colleghi e manuali... Tutto ciò che era possibile fare l'ho fatto per riuscire a stabilire un legame di fiducia e collaborazione con i miei alunni, per cercare di tenere viva la loro attenzione per stimolare i loro interessi, per far sì che tirassero fuori le loro capacità, le loro doti.
Ma non mi è bastato. Ho cercato di parlare il loro linguaggio, di entrare in comunicazione con loro attraverso i loro strumenti, le nuove tecnologie. Anzi li ho spinti a migliorare anche queste competenze, a farne un uso diverso e più consapevole.
E non mi sono fermata qui. Sono andata alla ricerca di nuove frontiere, di nuove sfide da vincere. Ho giocato con loro a creare e competere. Ne siamo stati soddisfatti.
Non ho remato sola. Ho cercato e trovato la collaborazione dei miei colleghi. Ho condiviso idee, progetti, conoscenze, competenze, onori e successi.
Sono partita sempre ogni anno con rinnovato entusiasmo. Mi sono fatta promotrice di un rinnovamento anche fra i miei colleghi.
Ma tutto questo è inutile. Insegno una materia "del cavolo" e tutto quello che faccio, ho fatto non vale un fico secco.

domenica 16 ottobre 2011

Casa in attesa




La mia casa  è grande, troppo grande.
Ora che i miei figli se ne sono andati è enorme.
Le stanze sembrano essersi raddoppiate di volume e triplicate come numero.

C'è freddo.
Un vento sembra muoversi per la casa
a percorrere le stanze alla ricerca  di qualcosa o qualcuno.

Tutto è immobile, in attesa di ritrovare il proprio posto,intanto giace guardingo e sembra spiare   il mondo.
Ogni cosa sembra stare sospesa .

Il panno  sul divano attende  il profumo dei giovani corpi.
Il frigo attende i  rumorosi pranzi in famiglia.
Il tavolo aspetta le braccia che posavano spesso per un caffé.

Le stanze al piano di sopra sono gelide, tristi.
I letti su cui  i ragazzi riposavano, parlavano, leggevano,
sono rigidi, tesi, come incapaci all'uso consueto.

Ed io sono invecchiata.
Non rido più come allora.
Sono  anch'io in attesa del loro ritorno.

mercoledì 12 ottobre 2011

Programmi.....

Basta! E' ora di finirla con questa pigrizia! Ancora un chilo di più!
Bisogna che riorganizzi la mia giornata... e la mia vita!
Devo perdere peso.
Quindi inutile restare sul divano facendo finta di lavorare, per passare il tempo a navigare su internet!
Da domani un'ora, forse una mezz'ora di passeggiata al giorno! Così mi rimetto in forma e non penso al cibo!
Devo imparare l'inglese!
Bene! Quindi invece di guardare certe stupidate alla televisione mi metto a leggere in inglese o ad ascoltare qualche cosa su internet in inglese! Così la smetto di rincretinirmi e imparo qualcosa di utile!
Devo diventare più ordinata!
Ne ho abbastanza del registro in disordine, dei buchi che non so come riempire, della cucina piena di piatti da lavare, degli abiti ammassati sul letto, delle foglie che volano in giardino, dei divani in disordqine, dei ragni che pullulano, dei libri dappertutto! Mamma mia, che lavoro che c'è!!!!! Niente paura, basta non rimandare i lavori! Basta non dire: "Lo farò domani." e fare ogni giorno quanto è richiesto. I piatti dopo il pranzo, il letto al mattino, riporre i vestiti dopo l'uso, così come i libri. Facile!
Devo curare di più me stessa!
E' ora che la smetta di mettere sempre le solite cose ormai stinte, che non curi i dettagli, gli accessori. E' il momento di pensare alle rughe, ai capelli bianchi, alla cellulite!
Quindi una camminata di un'ora al giorno, la crema tutte le sere. E poi abbasso l'avarizia e qualche cosa di nuovo ogni tanto!!!!
Devo curare di più le relazioni sociali!
Ne ho abbastanza di restare sola  e di lasciarmi prendere da quella malinconia dettata dalla solitudine! Il mondo è pieno di gente interessante, che vale la pena di conoscere e di frequentare. Perciò niente più pomeriggi in solitudine a poltrire! Telefono in mano  alla ricerca di un'amica o di un conoscente con cuiscambiare due parole o ancora meglio, via sulla macchina a visitare un'amica.
Devo curare più la mia cultura!
Basta  film,   telefilm o libri stupidi! Ora solo libri profondi, film d'autore, saggi, conversazioni con persone colte, approfondimenti e riflessioni.
Bene! Come sarò dopo, mi chiedo?

martedì 11 ottobre 2011

Mia figlia

Mia figlia è una persona speciale.

E' bella, ha due grandi occhi azzurri, un sorriso accattivante, un corpo sinuoso. E' bella,  ma non sa di esserlo. Si muove con disinvoltura a suo agio tra la gente, ma non ostenta alcuna vanità.

E' intelligente, di un'intelligenza vivace, pratica, che risolve rapidamente ogni contrattempo; ma continua a guardare con ammirazione ed invidia chi ha conoscenze enciclopediche scambiandole per intelligenza.

E' sensibile, dolce e gentile, ha parole gentili e sorrisi pieni di comprensione per tutti coloro che le stanno vicino; ma  non è completamente consapevole del valore delle sue parole e dei suoi sorrisi, li regala senza risparmio.

E' magra, esile, sottile, ma sa anche essere forte e determinata quando prende una decisione.

E' affettuosa, affezionata e generosa del suo tempo e dei suoi sentimenti e delle  sue cose. Può stare ore ad ascoltare e ad offrire conforto e comprensione.

E' speciale, straordinaria, unica e mi manca tanto!

 Mi mancano i suoi sorrisi e i suoi abbracci, la sua  musica e i suoi amici, le chiacchiere davanti ad un caffé, il suo parere sul mio abbigliamento, i suoi piatti di riso in bianco, gli squilli del telefono per lei, e le conversazioni sul lettone!.

domenica 9 ottobre 2011

Domenica pomeriggio

Mi sto godendo una domenica pomeriggio in solitudine!
Sono sola, accoccolata sul divano, con il computer alla mia destra che mi tiene legata al mondo esterno, ai miei figli lontani, la televisione che cerca di toccare temi profondi, i compiti da correggere e me stessa.
Sono contenta, mi rilasso, penso, mi riposo, rifletto. Ogni tanto cerco i miei figli su internet, ma  Lucia sta dormendo e Vittorio probabilmente è in compagnia dei suoi compagni di studio. Non li trovo su skype, ma l'idea che posso comunque raggiungerli di tanto in tanto mi fa sentire bene.
Sto bene perché non ho impegni, sono libera del mio tempo, posso disporre delle mie ore pomeridiane senza obblighi o scadenze. L'idea di poter sprecare il proprio tempo di tanto in tanto mi fa sentire come se fosse eterno, come se si perdesse il conto delle ore che passano e che ci separano dalla fine della vita.
E' quella sensazione che si prova da giovani quando ci sentiamo invincibili, senza fine e senza limiti. Allora non si pensa che ogni minuto ha un valore assoluto e che è insostituibile; allora si consuma la vita come se ce ne fosse a iosa, come se si potesse attingervi come ad una fonte. Che bella sensazione!
Oggi per me è come quando da bambina passavo pomeriggi interi a provare a strimpellare su quel piano della Bontempi, senza ad arrivare a nulla di buono, come quando a 16 anni ascoltavo le canzoni di Battisti per pomeriggi interi cercando di capire le parole per poterle cantare, come quando a vent'anni passavo ore a sognare ad occhi aperti la sera.
Alla fine che sarà perdere tempo? So che domani me ne pentirò e mi farò programmi terribili per cercare di recuperare il tempo perduto: un'ora di camminata, un'ora di lettura, due ore di correzioni, un'ora d'inglese, poi lavori in cucina, da mia madre, le lezioni.., ma oggi  mi riposo e approfitto di me stessa.

sabato 8 ottobre 2011

Interrogazioni

Oggi a scuola mi sono molto arrabbiata, anche se ho mantenuto la calma e ne sono fiera.
Classe 5, dopo 3 settimane di lavoro sullo stesso argomento: la lettura e l'analisi del libro di Tahar Ben Jelloun "Le racisme expliqué à ma fille" inizio il giro di interrogazioni programmato.
Queste erano state ampiamente preparate  con lavori di gruppo in classe.  Prima è stato redatto  un riassunto del testo sulla base di domande guida, poi  si è preparato l'"exposé oral" in base ad una traccia data, sempre in classe, con lavori di gruppo.
I ragazzi dovevano preparare l'esposizione dello stesso testo, mettendo in evidenza i punti salienti, vestendo i panni di diversi personaggi: un giornalista, Tahar Ben Jelloun stesso, un esponente del movimento SOS racisme, un rappresentante del "Front National". Per poter interpretare al meglio il loro lavoro, avevano il diritto di tenere sotto gli occhi una breve sintesi del lavoro con i punti prinipali da sviluppare.
Tutto bene no? Mi sembra di aver operato al meglio, di aver lasciato tempo e aiuti...
Malgrado ciò ho dovuto assistere a contestazioni.
Una ragazza mi ha detto: " Ma non si capisce niente di quello che si deve fare" un altro dopo aver ricevuto una valutazione negativa, pareva impazzito ed è esploso dicendo: "Ma non c'è solo francese"..
Ora io mi chiedo... "Ma cosa deve fare un insegnante perchè imparino?"
Sono molto delusa perchè alcuni hanno veramente una pigrizia mentale coperta da un'arroganza preoccupante.
Io mi schiero dalla parte di tutti coloro che lavorano seriamente e che partecipano e fanno fatica.
Ma sono più stupidi? Devono subire questa arroganza e queste giustificazioni?
Sarà sempre così?   Chi lavora devrà  continuare a farlo stringendo i denti in silenzio e trarre soddisfazione solo da se stesso mentre i furbi pur non facendo nulla si faranno comunque strada con l'arroganza e la sopraffazione?
Non posso accettarlo. Voglio continuare ad essere severa, solo per coloro che lavorano duro in silenzio senza lamentarsi.

venerdì 7 ottobre 2011

Il senso della vita

Mi rifiuto di pensare che il senso della vita non esiste. Sono sicura che tutto abbia un senso, anche solo per la preservazione della specie. 
Già questo è un senso importante.  Ciascuno di noi è un tassello nella rete della vita e tutto deve procedere al meglio, così com'è previsto, così come avviene da sempre,  di modo che tutto possa continuare.
Così chi ha dei figli e li  fa crescere sani e li aiuta ad assumere il proprio ruolo nella vita ha già dato un senso alto alla vita, ha fatto sì che tutto possa procedere e forse possa anche migliorarsi.
Certo non tutti potranno o riusciranno ad avere dei figli e ad assicurare la prosecuzione della specie, quindi chi non ne ha? Costoro vivono inutilmente?
Io non credo proprio. Ciascuno di noi deve individuare quale ruolo può assumere nella società.  Altri ruoli sono fondamentali per il mondo umano: medici, insegnanti, infermieri, scienziati, Persone che possono rendere più facile la vita o che possono aiutare a superare difficoltà o che possano educare le generazioni ad trovare la propria strada.
Credo che questo sia il senso della vita! Fare qualcosa per quelli che vivono con noi o che verranno dopo di noi.. Non chiudersi in uno sterile  egoismo in cui tutto ruota intorno ad un centro che coincide con se stesso.
Secondo me tutto ruota, con un certo disordine,   in uno spazio determinato  per finire là dove qualcos'altro comincia o per alimentare un altro movimento..
Siamo quello che resta di noi, dopo di noi. Viviamo e lavoriamo per un lascito che non potremo vedere, di cui non sappiamo le conseguenze, di cui possiamo soltanto immaginare l'importanza.
Compito ingrato! Non possiamo sapere come reagiranno dopo di noi, che apporto abbiamo portato alle genarazioni future....
Saremmo piuttosto portati a concederci quelle gioie che possiamo immediatamente apprezzare, le gioie terrene: abiti gioielli, viaggi, cibo, serate divertenti... ma queste non possono essere il fine ultimo. Queste sono solo i piaceri che ci aiutano nel percorso, che ci permettono di lasciarci andare ogni tanto, di riposare dalla fatica.  Alle volte assumuno una tale importanza che rimpiazzano il fine ultimo, l'obiettivo centrale.
Ma che dolore quando ormai tardi  si scopre di essersi persi nei meandri della vita e di essersi riposati ai margine senza aver proseguito diretti all'obiettivo!!
Allora ci si resta amereggiati, gravati di inuti orpelli e internamente vuoti..
Pesanti fuori e vuoti dentro!!!

giovedì 6 ottobre 2011

Aspettando .....

L'attesa è il momento più bello...

L'attesa di cominciare una nuova attività, dunque l'aggrovigliarsi di idee e progetti che si muovono nella mente, che si sovrappongono, che si intersecano e che creano uno stato di fervida ansia di cominciare...

L'attesa di incontrare qualcuno, da cui avere delle risposte, che non si vede da tempo, che rappresenta qualcosa e quindi l'immaginare come sarà, il formulare delle ipotesi sul come, su cosa accadtà dopo, sul futuro...

L'attesa di partire per un viaggio, per una vacanza, per nuovo lavoro lontano, la preparazione dei dettagli di viaggio, dei bagagli, i saluti, gli addii, le feste, le lacrime, l'ansia, tanti sentimenti che si uniscono, sovrappongono, susseguono, che non fanno dormire la notte e sognare di avventure speciali..

domenica 2 ottobre 2011

Io

Posso fare qualcosa per me?
Riesco a trovare il tempo per riprendermi la mia vita?
Posso fare in modo che lo scorrere del tempo non sia troppo inclemente con me?

Si, devo farlo.
Si, posso anche riuscirci.
Si, debbo riordinare le mie priorità.

Se prima le priorità erano: famiglia,  lavoro,
E ogni minuto della mia vita era destinato ad esse,
Senza che ci fosse spazio alcuno per me stessa;

Ora devo rivedere queste priorità,
Introdurre l'idea che ci sono Io al primo posto,
Che Io non può essere soccorso che da Me. 

E non debbo indugiare ulteriormente,
Il mio Io ha già aspettato troppo,
Ormai è impaziente e forse anche già un po' disilluso.

Io ha voglia di sole, di luce, di movimento,
Ha voglia di letture, di spettacoli, di compagnia,
Ha bisogno di carezze, di gioia, di bellezza.



sabato 1 ottobre 2011

I miei figli

Sono il senso della mia vita.
Sono il motivo per cui ogni giorno val la pena di essere vissuto.
Sono quello che mi permette di sentirmi un po' eterna e vicina al creatore.
Sono la cosa per cui sarei pronta a sacrifici inumani e a pene atroci.
Sono la luce dei miei occhi, il mio presente e il mio futuro
Sono il mio gusto della vita, il mio cannocchiale sul mondo.
Non potrei immaginare la mia vita senza di loro.
La loro idea e forse anche la loro immagine era dentro di me ancor prima che io scegliessi il loro padre.
Già bambina sapevo che avrei avuto tre figli splendidi di cui essere così orgogliosa.
Tutto era già scritto dentro di me ed io non me ne sono sottratta.
Ho lasciato che queste tre vite prendessero forma attraverso di me.
Ho lasciato che queste tre splendide esistenze trovassero la loro strada attraverso le difficoltà di questa realtà.
Ho provato a spianare loro la strada, ma non ho potuto farlo.
Ho dovuto accettare che soffrissero, che provassero pena, che piangessero, che trovassero macigni sulla loro strada.
E' stato per me la cosa più penosa, ma non ho potuto far nulla.
Ho potuto solo offrire la mia comprensione, la mia solidarietà.
Talvolta ho dovuto ingannarli perché soffrissero meno.
Non sarò sempre al loro fianco, non potrò sempre seguirli e ciò mi fa pena.
Ma sono sicura che saranno la base di nuove vite future, di nuove esperienze bellissime e irripetibili.

BRIOCHE ALLA MELA

Viva la meravigliosa  brioche alla mela, dolce, morbida, fragrante,calda, succosa, irrinunciabile.
E' perfetta al mattino presto, lì inerte ad aspettare che qualcuno arrivi ad apprezzarla.
La sua mela morbida, la poca crema,  giusta per accennarne il gusto, i chicchi di uvetta umidi e succosi, la pasta sfoglia fragrante e agrodolce, tutto è perfetto per iniziare la giornata con dolcezza.
E' un dolce connubio tra le brioche dei nostri giorni e quel gusto antico di torta di mele dell'infanzia. Ha un sapore di antico, pur essendo una comune brioche da forno.
Sa di domenica mattina, di odore proveniente dalla "Petronilla" dove cuoceva la torta di mele, fatta con le mele  della campagna che ormai tendevano ad andare a male. Quella torta grande, generosa di cui mi sarebbero toccate anche due fette alla domenica a pranzo.
Mi ricorda anche lo strudel che ho cominciato ad apprezzare da più "grande", quando insieme allo studio della lingua tedesca ho cominciato ad apprezzare anche i principali prodotti di questa cultura, opere, città, paesaggi ed anche prodotti della cucina.
Ecco perchè forse mi piace tanto, mi lega al mio passato e mi fa rivivere momenti di piacere e di scoperta del piacere. Tutto un mondo dentro questa dolce, piccola, insostituibile pastina alla mela.

giovedì 8 settembre 2011

Arsa dal sole


La  mia pelle brucia arsa dal sole,
scotto sul collo e sulle spalle, tira
la fronte e entrambe le guance.

Asciutta, secca, scura, coperta
di lentiggini marroni mi guardo
con piacere perchè finalmente
non sono più una creatura della notte
bianca, livida e trasparente.

La mia pelle parla di giornate arse
di tempo vissuto fuori
di vita all'aria aperta passata
a lavorare, in compagnia, a passeggiare
o semplicemente a coccolare al sole

Quanto vale l'amicizia?

L'amicizia è come l'amore, ci si sceglie per affinità o per attrazione. L'amicizia è come l'amore, ti dà la forza di scalare le montagne. L'amico è più dell'innamorato: non ti lascia mai solo, non ti giudica, non si aspetta nulla da te.
Credo in questo sentimento, ne ho grande rispetto, perciò ho troncato relazioni che dell'amicizia non avevano più nulla. Essere con un amico con non si sente sincero, che finge un sentimento che non prova è triste.  Ci si sente soli e rifiutati, poveri e meschini, vuoti e inutili. Molto meglio non dover fingere e fare i conti con se stessi.
Eppure quanta ipocrisia! Quanti pseudo amici che si afnno sorrisi e fingono simpatia, salvo poi criticarsi dietro le spalle.
Non sono coraggiosa a tal punto da dire tutto quello che penso, forse non è nemmeno tanto giusto... ma sono abbastanza orgogliosa e fiera per non fingere ciò che non sento.
Ora però sono in imbarazzo.... Ho provato a fare il possibile per non danneggiare un amico, ma non mi è consentito fare altro. Non posso cambiare le cose e lui quanto apprenderà la notizia la prenderà come una trama nei suoi non confronti e non saprà mai che invece io ho fatto di tutto...

venerdì 19 agosto 2011

Vacanze nell'isola di Brac

Di ritorno, da poco, dalle vacanze sull'isola di Brac in Croazia, faccio un bilancio del breve soggiorno.
Mare: splendido, isola: piccola ma animata e interessante, compagnia: gradevole, sistemazione: pessima!!!
Non so come ho fatto ad accettare di passare 10 giorni in un bilocale dividendolo con una coppia di amici. L'alloggio non è una cosa secondaria per persone della mia età.
Ci siamo affidati ad un amico, il quale si è affidato ad un altro amico, che a sua volta si è rivolto ad una agenzia....Una volta mostrati gli appartamenti all'amico, l'agenzia ha ben pensato poi di consegnarne dei diversi. Peccato, perchè avrebbe potuto essere una bella vacanza!!!! Il mare è limpido, la spiaggia è sassosa, ma organizzata con sdrai e frequentata da bagnanti discreti, l'isola è davvero bella, piena di palme, vegetazione e buonissimi fichi! I forni fanno dei buonissimi krapfen da loro chiamati krafna che sono irresistibili.....
Bellissima la spiaggia di Bol (sull'immagine) e molto carini i paesini: Supetar, dove eravamo alloggiati, Sutivan, Milna.., impareggiabile la padcrona di casa che si è dimostrata molto disponibile.
Vacanza da consigliare, con uan buona sistemazione.

lunedì 18 luglio 2011

Cosa c'è che non va?

"Cosa c'è che non va?" "Niente" rispondo con gli occhi bassi per non mostrare che sto mentendo.
Po giro il capo per nascondere gl occhi lucidi e quel nodo che mi afferra lo stomaco prepotente e che spinge per salire fin sulla gola, ricacciato con altrettanto vigore fino all'esofago.
Invece vorrei gridare e dire forte che tutto non va. Che sono infelice, che non mi piace nulla di quello che vivo qui attualmente, che vorrei scomparire,  andare a vivere da sola e poter decidere per me, della mia vita e del mio tempo..
Da quanto tempovivo questo? Ormai da diversi anni ..... da almeno  quindici anni. Da quando ho cominciato ad avvertire l'angoscia del restare a casa.
Perchè dovrei essere infelice a casa mia? Dapprima mi sono detta  e ho detto qualche bugia: " Non mi piace occuparmi esclusivamente dei lavori domestici"; "é lo stress del tanto lavoro che lascia un viuoto nel periodo di vacanza". In cuor  mio lo so benissimo che non è così. Giustificazioni di questo tipo avrebbero come reazione noia e indolenza. Invece io non sono annoiata... sono angosciata  ed ogni anno sempre di più...
"Si vive una sola vita" dice mia figlia.... Io la sto buttando via, meglio la sto regalando agli altri...negandola a me stessa.
Sono molto triste e non ho più stima di me stessa, perchè non ho il coraggio di urlare e di fare qualcosa.

mercoledì 13 luglio 2011

Finalmente... le vacanze!

Dico finalmente, ma non con il senso italiano, secondo il significato di "finalement"... per finire... dopo tutte le vicissitudini di fine anno scolastico, i compiti e le interrogazioni finali, gli scrutini, il materiale da consegnare a scuola, la maturità... dal 10 luglio sono "finalement" in vacanza.
Diverso sarebbe dire "enfin"... ossia finalmente... meno male.. sono in vacanza... No io purtroppo devo dire..."per finire" ......sono in vacanza. Per me non sono le tanto agognate vacanze.... No io non sono contenta di essere finalmente a casa per occuparmi delle faccende domestiche che non ho fatto durante l'anno, per preparare succulenti pranzi e cene, per stirare e lavare valige di figli che partono, per pulire vetrate enormi esposte al sole sotto un caldo umido africano....
No tutto questo non mi piace e sfido chiunque a trovarlo divertente...

mercoledì 8 giugno 2011

Progettare!

Quest'anno compio 55 anni! Terribile! Quando mi guardo allo specchio me ne vedo anche di più! Ma se intravedo la possibilità di progettare, d'immaginare nuove attività, di creare qualcosa di nuovo... allora me ne sento 20, mi sento tutta l'energia di un'adolescente e anche forse tutta l'ingenuità...
Quest'anno al collegio la vicepreside ci ha invitati a proporre qualcosa di nuovo, qualcosa di più attraente per i nostri alunni ed io mi sono subito messa in moto con entusiasmo. Con la mia collega abbiamo abbozzato alcuni progetti che mi sembrano stimolanti.
Alcuni di questi sono già stati in parte sperimentati, quindi saranno solo da sistematizzare, per altri occorrerà invece trovare i finanziamenti.
Non vedo l'ora che inizi il nuovo anno scolastico, ho voglia di cominciare a realizzare quanto ipotizzato.
Quest'anno scolastico non è ancora finito e già io sono proiettata al nuovo anno. Sono normale?

domenica 15 maggio 2011

Pari opportunità

La Dirigente mi ha chiesto all'inizio di novembre se avessi voluto partecipare con una delle mie classi ad un concorso regionale sul tema delle pari opportunità e abbattimento degli stereotipi di genere.
Siccome è un tema che tratto ogni anno scolastico e sul quale di solito mi soffermo un po' ho accettato senza avere bene la consapevolezza del da farsi.
Ho scelto la terza A perchè sono meno numerosi, perchè sono ragazzi in genere disponibili alle iniziative ed anche perchè ero convinta che sarebbe stato facile lavorare con loro, data la conoscenza e anche la stima reciproca.
Il progetto ha preso forma nel corso della discussione scolastica. E' partita da subito l'idea di fare un sondaggio sui giovani della zona per verificare la situazione delle donne mature e le prospettive future  delle ragazze.
E' stato necessario ritornare indietro ed andare ad analizzare la situazione attuale delle donne italiane nei confronti delle francesi, delle tedesche e delle inglesi.
I ragazzi hanno collaborato, sono stati disponibili come previsto, ma non mi è sembrato che abbiano davvero capito i risultati ottenuti, il quadro che emerge da questo lavoro.
Spero comunque che a distanza di tempo ripensino a questo lavoro e sappiano trarre il dovuto insegnamento.
Il risultato finale è abbastanza buono, ma un po' deludente per il prodotto multimediale non magistralmente realizzato. .... Ma che si poteva fare... sono ragazzi!!!

Giorno di riposo

Un cielo grigio, un lieve vento che scuote le foglie, nessuno che rompe il silenzio del  giorno festivo, pochi veicoli le cui ruote scorrono sul bitume rorido, nessono che dice:" Dove sei?".
Sono in soggiorno, penso, rifletto, cerco, scrivo; vedo che sono le 10 e mi chiedo se potrò  godere di questo silenzio  per diversi minuti  e spero  di  poter ne usufruire per  diverse ore.
Mi prende un senso di inquietudine, forse ho soli pochi minuti e poi il mio cosmo deserto si riempie di rumori, di voci e peggio di richieste.
Non  posso più riflettere come vorrei, perchè temo che tutto si fermi, che il mio universo cessi per essere demolito con un fiume di pretese..
Sono le undici e smetto di scrivere, chiudo il computer, così non subisco lo scorno che un altro operi per me.

Test scritto senza la lettera A sull'onda del gruppo OULIPO

martedì 5 aprile 2011

Sono una ...vecchia ...femminista





















Non sopporto più, ormai arrivata alla mia età, tutti quegli uomini di bassa ...levatura... che solo per il fatto di essere uomini si sentono in diritto di definire il ruolo della donna.
Sotto la pretesa di definire la donna, prima di tutto madre di famiglia, si nasconde un egoistico desiderio di essere coccolati e serviti prima dalla propria madre e poi dalla propria compagna.
E le giovani ragazze sembrano rassegante al ripetersi di questi modelli, tanto che già immaginano un avvenire nel quale combattere tra famiglia e lavoro per scegliere infine la famiglia quale supremo sacrificio da immolare sull'altare  e in nome dell'amore.
Svegliatevi ragazze! Siete meglio dei vostri compagni maschi, più tenaci, più sensibili, più forti...
Perchè sprecare tante energie per liberare il posto ad uomini senza nerbo e senza volontà, rammolliti dalle loro madri iperprotettive, senza progetti e senza forza.
Non lasciatevi usare da certi uomini senza cuore, che vi vogliono convincere che in fondo, in quanto donne, non siete così capaci come loro, che non avete la mente scientifica, che siete più adatte ad occuparvi dei bambini,  dei mariti e poi degli anziani...
Una società in cui la metà della popolazione non ha spazio di esprimersi è una società monca, che non potrà dare il meglio di se stessa, che è destinata a restare agli ultimi posti perchè non ci sono nuovi apporti, non c'è competizione.
Sì sono una vecchia femminista... Ho visto che quelle diseguaglianze che mi facevano tanto arrabbiare da giovane sono ancora presenti, che le donne ancora sono disposte a rinunciare e che gli uomini continuano ad approfittare di loro.

sabato 26 marzo 2011

Mes chansons préférées

Mi piacciono alcune canzoni francesi, non tutte, chiaramente. Mi piacciono soprattutto gli chansonniers come Brassens, ma apprezzo molto anche Becaud et Edith Piaf.
Non posso dimenticare Souchon, Fugain e Joe Dassein. Nelle nuove generazioni non conosco molto. Ho apprezzato Garou nel musical "Notre Dame de Paris" , poi Noah per il suo interessamento per l'ambiente.
Per il resto non conosco tanto. Mi piacerebbe conoscere meglio il panorama attuale.

martedì 22 marzo 2011

Un gruppo rock al femminile

Durante le mie insonnie notturne sono arrivata su questo gruppo rock al femminile.
Sono 4 ragazze parigine piuttosto carine che interpretano un  buon rock. Sono felice di vedere che anche nella musica è possibile arrivare in quello spazio prettamente maschile che il rock.

domenica 13 marzo 2011

Oggi...come allora

Ho un'angoscia che mi morde lo stomaco, che  mi attanaglia. Poi un brivido sale, vorrrebbe raggiungere gli occhi e provocare un pianto liberatorio, dove tutta la disperazione esplode. Si, mi gonfia il volto, sale su, torna giù... Non ce la faccio.  Odio queste domeniche così tristi. Mi ricordano le domeniche della mia infanzia, quando mi sentivo così sola, così dimenticata, così piccola.. fino a quando il pianto sgorgava e mi faceva compagnia. Le lacrime che scendevano copiose a rigare il volto mi facevano sentire meno piccola, con una disperazione da grande... Odio tutto quello che mi ricorda l'infanzia, le ingiustizie,  le promesse non mantenute e  la cecità dei miei genitori nei miei confronti.
Mi sento la stessa di allora. Anche oggi vedo il mondo con lo stessa ingenuità, con lo stesso sguardo semplice di allora. Anche oggi guardo nell'anima della gente e cerco di non ferirla, di capire le loro ragioni, anche oggi,  come allora,  sono delusa dal mondo.

sabato 12 marzo 2011

Si parla di motivazione

Si parla spesso di motivare gli alunni, di dare loro voglia di apprendere, di sucitare la loro curiosità, il loro interesse, di sostenerli nell'apprendimento, affinché la loro motivazione non cada. Tutto condivisibile d'accordo, ma la motivazione degli insegnanti..... chi la sostiene?
Qualcuno dirà.. Gli alunni stessi, quando vedi che stanno imparando, sei motivato a proseguire nello stesso cammino. Questo vale per gli insegnanti dei licei, dove gli alunni ancora studiano e seguono le indicazioni degli insegnanti. Per tutti gli altri corsi di studio non vale più. Nessuno più passa i pomeriggi a studiare, o se lo fa, lo fa così male che non ritiene più nulla nel giro di una settimana. Quindi nessuna motivazione dagli alunni.
Non possiamo nemmeno più contare sul compenso economico che ci mettava una volta in una situazione privilegiata. Ora quello che guadagnamo ci basta forse per vivere e non ci resta nemmeno il denare per coltivare la nostra formazione...
I colleghi si sostengono reciprocamente? Forse, qualche caso isolato. In realtà nella maggior parte dei casi il nostro è un lavoro molto individuale e individualista. Siamo rinchiusi nel proprio stanzino della materia e perseguiamo solo l'obiettivo della nostra disciplina, perdendo di vista tutto il resto.
Allora? Niente e nessuno ci sostiene? No, ho trovato. La motivazione che ci sospinge è pedagogico-sociale. Il nostro lavoro è una  missione, noi siamo chiamati ad educare la futura generazione e le nostre parole e il nostro esempio segneranno il percorso educativo dei nostri alunni....
Finalmente! Ora sono contenta. So per cosa vale la pena di lottare!!! per la formazione dei nostri alunni.
Ieri però un mio alunno di terza mi ha detto: " Certo che lei ha una laurea che conta poco. Che laurea ha' in lettere?" " No, in lingue" " Be allora.. non può sperare di avere una carriera e di contare nella vita  sociale"..... Dopo queste parole... non sono più così convinta di poter influire sulla formazione dei miei alunni. Credo proprio di non essere un modello, anzi forse sì... sono il modello di qualcune che nella vita non ce l'ha fatta.

domenica 6 marzo 2011

Il mio lavoro

Questa mattina ho cercato di spiegare a mio marito che cos'è il mio lavoro. Ho cercato di spiegare che non si può parlare di ore di lavoro,  oraria,  di retribuzione di numero di classi o di numero scolari.
Non è possibile quantificare nel lavoro di un insegnante il tempo che serve per preparare in modo adeguato una lezione, il tempo che serve per coltivare la propria formazione, il tempo che serve per seguire gli alunni  e per aiutarli nel percorso scolastico.
Non ci limitiamo ad entrare e ad uscire dalle classi come fanni  i dipendenti che timbrano il cartellino.
Prima c'è tutto il lavoro di preparazione, poi c'è tutto il lavoro di sostegno e verifica.
 Oltre a ciò,  c'è tutto quello che va oltre........ le uscite, gli scambi di classe, le partecipazioni a concorsi .......il teatro. Queste attività comportano ulteriore impiego di tempo...tanto che si potrebbe dire che in realtà un insegnante è sempre dedito al lavoro, anche quando non lo fa direttamente.
In quei momenti, sta riflettendo, sta immaginando cosa e come  farà in seguito.

mercoledì 2 marzo 2011

Bisogna avere fiducia

Questa mattina ero molto delusa dal lavoro svolto con molta leggerezza dai miei scolari... Ero pronta a fare chissà quale piazzata.... Poi,  non so più perchè, mi sono fermata a riflettere, a cercare le ragioni e mi sono resa conto che l'atteggiamento non è quello giusto.
Con uno scontro con i ragazzi rischio di gettare a mare quanto fatto precedentemente, di vanificare l'atteggiamento positivo e responsabile dei più.
E' vero ci sono alcuni che stanno approfittando della situazione per non fare nulla, per avere il massimo del vantaggio con il minimo di fatica. Bene questi avranno quanto meritano!
Ma non vale la pena fare di ogni erba un fascio ance per un solo alunno che si distingue dagli altri.
D'altronde non avrebbero potuto fare bene dato che non scriviamo e non facciamo esercizio scritto da tanto tempo....Quindi che farò?
Correggerò i compiti con la giusta severità e li inviterò ad un impegno maggiore... così semplicemente. Credo che sia più efficace di qualsiasi ramanzina.
Comunque ora ricordo cosa mi ha fatto cambiare atteggiamento. Ho visto una lezione universitaria in cui il professore,  dopo aver analizzato un certo numero di personaggi che nella vita sono riusciti, è arrivato alla conclusione che la scuola va bene, ma che è meglio uscirne presto per non uccidere le qualità che servono nella vita: curiosità, spirito d'iniziativa, interesse....
http://milasaintanne.wordpress.com/2011/03/02/583/
Dunque perchè mortificare? E meglio far leva su quanto di buono c'è ed è stato fatto.

FILASTROCCA DELLA TERZA ETA’

Non è una malattia la senilità. E’ una stagione dell’esistenza come lo son l’adolescenza l’infanzia e la maturità. Non è un appestato ...