domenica 14 aprile 2019

Viaggio nel mondo degli insegnanti: la Pasionaria



La Pasionaria
E’ un’insegnante che vive per la sua professione, ossia non lascia spazio ad altro che al suo lavoro: nei suoi pensieri, nei suoi sogni notturni, nelle sue discussioni, nel suo tempo libero. Questa unidirezionalità del suo essere finiscono per isolarla e immergerla ancor di più nel suo mondo fatto di preparazione di lezioni, correzione di compiti, ricerca di materiali scolastici, riflessioni su nuovi progetti, redazione degli stessi, gestione delle attività di progetto, organizzazione di viaggi e di uscite didattiche, contatti con i colleghi, comunicazione con gli alunni, risposte ai genitori…

Ma ciò che la prende di più è la relazione con gli alunni, il riuscire a stabilire un contatto con questi occhi talora vivaci, ma spesso sopiti e lontani, il catturare la loro attenzione per poi mantenerla accesa per almeno 10 minuti.
Quella mano alzata dell’alunno ridestatosi dallo stato dormiente suscita un palpito nel suo cuore e crea la trepida ansia di poter finalmente stabilire un punto di contatto l’ ultimo refrattario al sapere, ma quale delusione quando dalle labbra del risorto escono le parole: “Posso uscire? “

Ma se qualcuno si mette sul suo cammino, se qualcuno risponde al suo richiamo, allora la Pasionaria non pone limite al suo investimento. In quel caso tutto quelle che è in suo possesso è messo al servizio degli alunni prediletti: tempo, conoscenze, libri, fino ad essere pronta ad offrire anche il proprio denaro.

L’impegno messo nel lavoro non è proporzionale ai risultati ottenuti. Le ore passate a ricercare come e a realizzare cosa fare in classe non sono congrue agli effetti prodotti, ma questo invece di spingerla a diminuire il lavoro la porta ad un’ulteriore meditazione su cosa non ha funzionato, cosa cambiare, come approcciarsi, in breve a lavorare di più.

Finisce per essere guardata con sospetto dai colleghi. Troppo votata al lavoro, troppo piena d’idee…
“Cos’altro ci propinerà?” Gli insegnanti più pragmatici la vedono come un’illusa idealista, quelli più investiti nella carriera la trovano una possibile minaccia e quelli più svogliati come un’insopportabile utopista generatrice di lavoro supplementare.

E gli alunni? Molti la amano e sono sempre stupiti dalla passione che mette nelle proprie lezioni. Talvolta sono sconcertati nel vedere tanto trasporto esprimersi attraverso tutto il corpo, lo sguardo che gira sulla classe, le mani che esaltano le parole, il tronco che sembra tendersi verso gli alunni, le gambe che si muovono tra cattedra, lavagna, banchi, la bocca che incessate zampilla parole, domande, affermazioni…
Qualcuno trova invece noioso tutto questo agitarsi, forse anche un po’ estenuante il fatto di dover essere continuamente attento. Ma poiché si tratta anche di un’insegnante normalmente piuttosto tollerante, gli apatici non rilevano la necessità di ostacolare il suo lavoro, sarebbero comunque isolati dalla classe e la protesta non sortirebbe alcun effetto utile.



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