domenica 12 maggio 2019

FILASTROCCA DELLA TERZA ETA’


Non è una malattia la senilità.
E’ una stagione dell’esistenza
come lo son l’adolescenza
l’infanzia e la maturità.
Non è un appestato
l’uomo attempato,
ma una persona che è gravata
da un’ esperienza inutilizzata.
E che dir della donna anziana
che già sterile e grinzosa,
e di ogni attrattiva difettosa,
sembra pur d’intelletto vana?
In questo nostro mondo
dell’eterna giovinezza,
una sola è la certezza,
che la felicità è di un secondo.

mercoledì 1 maggio 2019

Viaggio nel mondo degli insegnanti. La rampante

La rampante
Di solito bionda
Destinata naturalmente a vivere nella tensione, perché nella scuola non esiste progressione di carriera, aumento salariale o evoluzione di incarichi, impavida, continua la sua arrampicata.
Ciò a cui tende è avere la considerazione del capo istituto. Per ottenere questo, cerca in ogni modo di mettersi in luce: concorsi con le classi, progetti roboanti, presunto rinnovamento didattico, uso spregiudicato delle nuove tecnologie, collaborazioni esterne…
E’ evidente che gli alunni rappresentano un mezzo per raggiungere i suoi obiettivi. Piuttosto che considerarli giovani con una personalità in formazione, li vede gli interpreti del suo percorso verso la popolarità.
I discenti sono imbuti da riempire con il maggior numero di conoscenze utili a superare brillantemente esami, concorsi competizioni.
Dopo essere riuscita, con tenacia, a scalare i livelli di scuole e dal professionale, passando per il tecnico, è arrivata ad insegnare in una scuola prestigiosa, ora può finalmente aspirare ad avere il successo agognato.
E allora non si fa scrupolo ad assegnare grandi quantità di pagine di studio , lunghe memorizzazione di contenuti, impegnativi compiti da risolvere.
Nessuna lamentela è tollerata, né dagli alunni, né dai genitori, chè allora si scatena la sua rappresaglia.
Bisogna ammettere che anche questa discutibile metodologia dà i suoi frutti. Gli alunni finiscono per imparare.
Naturalmente inclini allo studio, avvezzi alla fatica, ormai rapidi nel memorizzare , svelti nel cogliere nessi e collegamenti, le accordano le soddisfazioni che desidera.
E allora ecco la bandiera da tenere alta e da sventolare davanti agli occhi di colleghi, genitori e capo istituto!!!
, forse perché è il colore che la distingue dalla massa bruna, longilinea e fumatrice. Deve pur scaricare lo stress della scalata.

domenica 21 aprile 2019

Perché festeggiare il 25 aprile?


Perchè festeggiare il 25 aprile?


Perché ha segnato la fine dell’occupazione nazista e la fine della seconda guerra mondiale.

Perché ha segnato la fine di una «guerra civile» che vide opporsi italiani a italiani.

Perché è bello festeggiare la fine di un periodo odioso e l’inizio di una nuova era per il nostro paese.

Perché la Liberazione restituì un Paese sì molto povero, ma desideroso di pace e democrazia.

Perché i nostri figli sappiano che, se vivono in un paese libero , lo devono anche al sacrificio di tanti uomini e donne coraggiosi.

Perché siccome la maggior parte dei partigiani sono scomparsi, è nostro dovere conservarne la memoria.


Perché sia di monito a tutti quelli che vorrebbero cedere al desiderio di fidarsi di un uomo solo al potere.


Perché l’azione dei Partigiani sia un esempio per noi, poichè la Libertà si conquista e si mantiene solo combattendo.

Perché non basta dissentire in silenzio, ma è necessario partecipare e battersi per difendere gli ideali di libertà e giustizia.

E poi...perché, se i Francesi celebrano ancora la Rivoluzione francese del 1789,  noi non dobbiamo festeggiare la Liberazione avvenuta solo 74 anni fa?




domenica 14 aprile 2019

Viaggio nel mondo degli insegnanti: la Pasionaria



La Pasionaria
E’ un’insegnante che vive per la sua professione, ossia non lascia spazio ad altro che al suo lavoro: nei suoi pensieri, nei suoi sogni notturni, nelle sue discussioni, nel suo tempo libero. Questa unidirezionalità del suo essere finiscono per isolarla e immergerla ancor di più nel suo mondo fatto di preparazione di lezioni, correzione di compiti, ricerca di materiali scolastici, riflessioni su nuovi progetti, redazione degli stessi, gestione delle attività di progetto, organizzazione di viaggi e di uscite didattiche, contatti con i colleghi, comunicazione con gli alunni, risposte ai genitori…

Ma ciò che la prende di più è la relazione con gli alunni, il riuscire a stabilire un contatto con questi occhi talora vivaci, ma spesso sopiti e lontani, il catturare la loro attenzione per poi mantenerla accesa per almeno 10 minuti.
Quella mano alzata dell’alunno ridestatosi dallo stato dormiente suscita un palpito nel suo cuore e crea la trepida ansia di poter finalmente stabilire un punto di contatto l’ ultimo refrattario al sapere, ma quale delusione quando dalle labbra del risorto escono le parole: “Posso uscire? “

Ma se qualcuno si mette sul suo cammino, se qualcuno risponde al suo richiamo, allora la Pasionaria non pone limite al suo investimento. In quel caso tutto quelle che è in suo possesso è messo al servizio degli alunni prediletti: tempo, conoscenze, libri, fino ad essere pronta ad offrire anche il proprio denaro.

L’impegno messo nel lavoro non è proporzionale ai risultati ottenuti. Le ore passate a ricercare come e a realizzare cosa fare in classe non sono congrue agli effetti prodotti, ma questo invece di spingerla a diminuire il lavoro la porta ad un’ulteriore meditazione su cosa non ha funzionato, cosa cambiare, come approcciarsi, in breve a lavorare di più.

Finisce per essere guardata con sospetto dai colleghi. Troppo votata al lavoro, troppo piena d’idee…
“Cos’altro ci propinerà?” Gli insegnanti più pragmatici la vedono come un’illusa idealista, quelli più investiti nella carriera la trovano una possibile minaccia e quelli più svogliati come un’insopportabile utopista generatrice di lavoro supplementare.

E gli alunni? Molti la amano e sono sempre stupiti dalla passione che mette nelle proprie lezioni. Talvolta sono sconcertati nel vedere tanto trasporto esprimersi attraverso tutto il corpo, lo sguardo che gira sulla classe, le mani che esaltano le parole, il tronco che sembra tendersi verso gli alunni, le gambe che si muovono tra cattedra, lavagna, banchi, la bocca che incessate zampilla parole, domande, affermazioni…
Qualcuno trova invece noioso tutto questo agitarsi, forse anche un po’ estenuante il fatto di dover essere continuamente attento. Ma poiché si tratta anche di un’insegnante normalmente piuttosto tollerante, gli apatici non rilevano la necessità di ostacolare il suo lavoro, sarebbero comunque isolati dalla classe e la protesta non sortirebbe alcun effetto utile.



giovedì 11 aprile 2019

Prova generale

È un brulichio di suoni diversi, un vivace scambio di saluti e abbracci, un allegro mélange di colori e abiti inconsueti. 
Poi, a poco a poco, ciascuno prende il proprio posto, posiziona lo strumento e non si muove più. 
Solo il pianista, qualche violino e un corno lontano provano le ultime note.
Imperturbabile attesa, ma ecco due violini che arrivano all’ultimo minuto.
Il direttore fa il suo ingresso, i suoni sfumano, il primo violino dà il La e oh..tutti intonano Happy Birthday. Applausi per il violoncellista che festeggia il suo compleanno.
Allegra parentesi, ma ecco di nuovo il silenzio.
I musicisti guardano attenti il direttore, che con la sua bacchetta dà inizio all’esecuzione.
Occhi, orecchi, mente si lasciano andare. Le note si dipanano, si fondono e si elevano.
È musica per tutto il corpo.
Lo stomaco si stringe, il cuore si dilata, il respiro s’interrompe, gli occhi si emozionano e calde lacrime scendono copiose sulle guance.

venerdì 19 ottobre 2018

Essere felici sempre e ovunque!

Primo dovere verso noi stessi è essere felici. Essere felici sempre e ovunque! Non è una cosa impossibile. Ci vuole solo tanto esercizio. Perchè la felicità si impara. Avrei dovuto impararlo da piccola ad essere felice e forse i miei genitori a loro modo ci hanno anche provato, ma non ci sono riusciti tanto bene. Essere felice per me non vuol dire avere tutto dalla vita, non vuol dire nemmeno avere tanti amici o avere successo. La mia felicità si realizza però ad una condizione fondamentale: l'essere in armonia con me stessa e con l'universo. E già dopo aver compiuto questo passo, una buona parte del cammino l'ho percorsa. Come trovo quest'armonia? Facile, basta essere "buoni" con se stessi e con gli altri. Meglio direi aperti, interessati, comprensivi, indulgenti. Essere anche un po' attori e provare a mettersi nei panni degli altri e guardare in fondo alle cose o all'animo della gente per capire. La stessa cosa la facciamo anche con me stessa. Provo ad essere comprensiva e indulgente con me stessa. L'abitudine acquisita scandagliando l'animo umano, le situazioni della vita mi permette di riuscire a vedere l'essenza delle cose e a provare gioia nel conoscerle, apprezzarle, possederle e condividerle.

FILASTROCCA DELLA TERZA ETA’

Non è una malattia la senilità. E’ una stagione dell’esistenza come lo son l’adolescenza l’infanzia e la maturità. Non è un appestato ...