mercoledì 13 gennaio 2010

I baci caldi nel corridoio

Insegno in un istituto superiore; i ragazzi hanno tra 14 e 19/20 anni, sono nel periodo della piena adolescenza, nella stagione dell'ebollizione ormonale. Spesso vedo delle coppiette appoggiate al muro che si scambiano bollenti effusioni. Non si nascondono dietro le colonne o agli angoli dei corridoi, si baciano senza vergogna sulla soglia delle scale, di fronte alla loro classe, quasi oserei dire ostentando il loro comportamento. Non li trovo osceni, nè scandalosi, trovo anzi che siano dolci e graziosi nelle loro manifestazioni. Talvolta li redarguisco bonariamente.... "Guarda che non scappa!! Lasciala libera!!!" ma in realtà provo tanta tenerezza nei loro confronti.

Ripenso a quando avevo la loro età, alle prime "cotte giovanili", alla voglia di vivere serenamente le mie prime esperienze amorose e alle paure di essere scoperta dagli adulti, al senso di vergogna e disagio nei confronti di quello che in cuor mio giudicavo normale, anzi indispensabile.
Penso a quella bellissima poesia di Prévert:
Les enfants qui s'aiment

Les enfants qui s'aiment s'embrassent debout
Contre les portes de la nuit
Et les passants qui passent les désignent du doigt
Mais les enfants qui s'aiment
Ne sont là pour personne
Et c'est seulement leur ombre
Qui tremble dans la nuit
Excitant la rage des passants
Leur rage, leur mépris, leurs rires et leur envie
Les enfants qui s'aiment ne sont là pour personne
Ils sont ailleurs bien plus loin que la nuit
Bien plus haut que le jour
Dans l'éblouissante clarté de leur premier amour

Sullo stesso tema mi piace ricordare anche la canzone di Georges Brassens: Les amoureux des bancs publics:


giovedì 7 gennaio 2010

A cosa serve il greco

Rientro dalle vacanze in souplesse...
Diversi alunni avevano dimenticato i compiti. Ho notato sul registro con aria molto severa gli inadempienti, ma in realtà sarò piuttosto tollerante nei confronti di costoro, poichè in realtà nemmeno io mi sono molto dedicata al lavoro scolastico durante le vacanze.
Durante la correzione del compito, nella classe quinta, non avendo capito bene la pronuncia di un alunno, mi sono scusata dicendo che "c'était du grec pour moi". Questa frase ha sollecitato l'intervento di un'alunna sulla lingua greca antica.
Carla sostiene che il greco sia una lingua morta e sepolta, che nessuno parla più e si è molto meravigliata di aver sentito dire da un'alunna del Liceo classico che in realtà il greco è una lingua viva, anzi vivissima, la cui conoscenza ci permette di conoscere e comprendere meglio la nostra e le altre lingue.
Carla esprime sempre dei giudizi categorici, che non ammettono dubbi. E' la stessa che un mese fa mi aveva candidamente detto che non ama la Francia e tanto meno i Francesi perchè sono sporchi, supportando il suo punto di vista dal fatto che li si vede .... con la "baguette" sotto l'ascella.
Si tratta di un'alunna di 19 anni. Durante la sua lunga carriera scolastica: 5 anni di elementari, 3 di scuola media, 5 e mezzo di scuola superiore, nessuno è riuscito a far passare il messaggio che non si può giudicare ciò che non si conosce.
Non posso dire che il greco non serve se non lo conosco, nè posso dire che i Francesi sono sporchi se non ne ho mai incontrato nessuno..
Ho provato ad aggirare il nodo del problema parlando di Valentino Rossi. Nel corso di un intervista, alla domanda "Cosa leggi?" Valentino ha risposto dicendo che le sue letture sono piuttosto limitate e che si rende conto del mare di libri da leggere che ci sono e della vastità del panoramo letterario esistente da quando ha iniziato ad interessarsi alla lettura.
Sarà servito? Sarà arrivato il messaggio?

FILASTROCCA DELLA TERZA ETA’

Non è una malattia la senilità. E’ una stagione dell’esistenza come lo son l’adolescenza l’infanzia e la maturità. Non è un appestato ...