martedì 1 novembre 2011

Madri

Non si nasce con l'istinto materno. Non è scritto che avrai dei figli e che sarai una madre splendida. Non si impara nemmeno dai propri genitori ad essere madri. E' una competenza che si acquisisce sul campo. Ciascuno elabora la propria sulla base del vissuto pregresso e delle esperienze del momento. Non c'è una scuola che ti insegna quali cose sia meglio fare per i propri figli e quali evitare. Perchè ciò che funziona per alcuni figli non funziona per altri. La severità è perfetta per quei figli che hanno bisogno di essere imbrigliati e guidati, ma non va bene per gli spiriti liberi perchè li soffocherebbe. Coprire d'affetto e di baci può rendere passivi alcuni  che hanno invece bisogno di essere spronati, ma la mancanza di manifestazioni d'amore può invece rendere insicuri per la vita i figli che hanno bisogno  di sentirsi amati.
L'educazione che mia madre ha impartito a noi figli ha funzionato bene solo per uno di noi, che è riuscito nella vita a sentirsi bene nella sua pelle e a tirare fuori il meglio di sé e ad imporre se stesso negli ambienti che frequenta. Per me e l'altro fratello è stata invece un'educazione che ci ha privato della fiducia in noi stessi e del coraggio di osare, di esporsi e di mostrare chi siamo. Abbiamo una forza dentro... una profondità di pensiero...un cuore ed una sensibilità, che non riescono a farsi strada fuori da noi.
Mi chiedo... ma io che madre sono stata? Ho saputo comportarmi in modo diverso con i miei figli a seconda del loro bisogno? Oppure ho sbagliato tutto e sono stata permissiva con quello che aveva bisogno di limiti e rigida con quelli che avrebbero dovuto  essere incoraggiati a librarsi nell'aria?
Non lo so. Forse si, ho sbagliato. Ciò che non ho mai voluto fare è agire da manuale, eseguire la lezione appresa e applicarla pedissequamente. Certo mi sono informata, ho letto, mi sono confrontata, mi sono posta delle domande e poi ho sempre cercato di rispondere guardando mio figlio e il suo benessere presente o futuro. Non sono stata sempre permissiva, ho posto dei limiti, soprattutto ho voluto  dare loro la forza di affrontare la vita, la sensibilità per apprezzare la poesia del mondo, la cultura per scegliere cosa fare di sé.
Ciò che ora mi dà più gioia è sapere che i miei figli si vogliono bene, che si cercano, che hanno voglia l'uno dell'altro. Sono felice di questo. So che questo bene che li lega, così come la loro sensibilità, non li farà mai sentire soli nella vita.

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