E' il 5 luglio 1966. E' il mio compleanno. Questa mattina sono andata da mia zia che abita in campagna, a un paio di chilometri da casa nostra, noi invece abitiamo più verso il centro del paese.
Mia zia Ada è una donna grande e magra. Non ha figli e questo è il suo grande cruccio. Avrebbe voluto soddisfare il suo istinto materno, invece ha dovuto riversare il suo affetto sui suoi nipoti.
E' una donna gentile e mi piace andare da lei. Oltre al fatto che ha sempre delle grandi scatole di biscotti, ha anche voglia di parlare con me, a differenza di mia madre che non ha mai tempo.
Mi fa sempre delle domande sulle mie amiche. Sono bizzarre le sue curiosità. Vuole sapere come si vestono le mie amiche, cosa dicono, come si comportano con me... tutte cose che sembrano di poca importanza per un adulto, ma per mia zia Ada no, sono discorsi interessanti.
Tra una mungitura e l'altra viene in cucina dove io sono seduta davanti al camino a leggere, il mio passatempo favorito e con la sua dolcezza si interessa a me. Sto bene in questa grande cucina, anche se sono sola, il fuoco del camino mi fa compagnia, in più ho sempre il mio fedele amico, il libro che non mi lascia mai sola.
Ma oggi è un giorno particolare per me, è il mio compleanno e non voglio deludere la mia famiglia che ha preparato un pranzo speciale per festeggiare la più piccola della famiglia, quella dolce bimbetta, con due trecce lunghe, due occhi azzurri un po' tristi e tante lentiggini sul viso.
La zia mi invita a pranzo, resterei volentieri, ma oggi non posso . Non posso deludere i miei cari che mi stanno aspettando, perciò declino l'invito e salgo in macchina con lo zio che mi riaccompagna a casa.
Sono le 12 passate e a casa nostra è questa l'ora del pranzo. Ritornerò con qualche minuto di ritardo, ma oggi mi è perdonato, oggi tutti sono in attesa di festeggiarmi.
Oggi compio 10 anni, le due mani intere, è un traguardo. Oggi sono più grande e anche più importante ai miei occhi. Forse anche agli occhi dei miei sarò più importante e un po' d'attenzione in più la meriterò.
Non vedo l'ora di mangiare il mio bel piatto di lasagne fumanti, tra la gioia dei miei cari, che mi attendono festanti.
Salgo le scale quattro a quattro, corro svelta per non fare aspettare, sono allegra e vivace.
Apro la porta della cucina e ... resto senza parole.
Non c'è più nessuno a tavola. Tutti se ne sono andati. Solo la zia Clementina è rimasta in cucina e sta sparecchiando la tavola. Senza dire nulla, mette davanti a me un piatto di maccheroni ormai freddi e un po' scotti. Nessuno si è ricordato che oggi è il mio compleanno.
sabato 31 dicembre 2011
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