domenica 30 ottobre 2011

Mario è cattivo

  Mario è uno stronzo. Uno che non sa vedere nel cuore degli altri, che se ne frega dei sentimenti altrui, che non esita a ferire profondamente la sensibilità altrui, salvo poi pentirsi e volerne riconquistare l'affetto.
La sua è cattiveria. Ha l'animo cattivo, è incapace di amare davvero, di entrare in sintonia con le persone.
Sa essere dolce solo se ne  ha bisogno, mentre invece se crede di essere superiore può  essere sprezzante e incurante delle ferite che inferisce.
Come tutte le persone prive di sensibilità, è  imprevedibile e estremamente irascibile. Un nonnulla può farlo montare su tutte le furie in qualsiasi momento o situazione.
E' assolutamente incapace di autocontrollo, la sua ira si scatena ovunque, ma di preferenza in quei luoghi in cui dovrebbe cercare collaborazione e  dimostrare più comprensione,  con quelle persone che più gli sono vicine e a cui più dovrebbe riconoscenza.
Ciò che più stride in lui è questa arroganza gratuita con i più cari e i più deboli. Facilmente un atteggiamento aggressivo lascia senza parole chi è benevolmente disposto e generoso e incapace di rispondere. Con queste persone è facile essere cattivi, da essi non si può avere reazione, ma la ferita inferta lascia una traccia indelebile. Il cuore accumula questi colpi, ogni ferita resta impressa, fino a quando il cuore sarà prosciugato,  secco,  incapace di amare e  finalmente potrà compiere la propria vendetta.

giovedì 27 ottobre 2011

Che delusione!

Mi sono investita molto nel mio lavoro. Ho cercato di acquisire una competenza adeguata e cerco sempre di migliorare le mie competenze. Nella maggior parte dei momenti della mia vita, la mia preparazione, il mio lavoro hanno invaso la mia vita privata, la hanno condizionata.  Ho cercato di adattare  e di conciliare la mia vita famigliare con il mio lavoro.
Non mi è bastato e non mi basta essere preparata. Consapevole del fatto che non si può comunicare parole vuote o concetti sterili o conoscenze fini a se stesse, mi sono gettata alla ricerca della motivazione... Ho messo in atto tutte le strategie che conoscevo, ne ho inventate di altre, ne ho rielaborate e  prese da colleghi e manuali... Tutto ciò che era possibile fare l'ho fatto per riuscire a stabilire un legame di fiducia e collaborazione con i miei alunni, per cercare di tenere viva la loro attenzione per stimolare i loro interessi, per far sì che tirassero fuori le loro capacità, le loro doti.
Ma non mi è bastato. Ho cercato di parlare il loro linguaggio, di entrare in comunicazione con loro attraverso i loro strumenti, le nuove tecnologie. Anzi li ho spinti a migliorare anche queste competenze, a farne un uso diverso e più consapevole.
E non mi sono fermata qui. Sono andata alla ricerca di nuove frontiere, di nuove sfide da vincere. Ho giocato con loro a creare e competere. Ne siamo stati soddisfatti.
Non ho remato sola. Ho cercato e trovato la collaborazione dei miei colleghi. Ho condiviso idee, progetti, conoscenze, competenze, onori e successi.
Sono partita sempre ogni anno con rinnovato entusiasmo. Mi sono fatta promotrice di un rinnovamento anche fra i miei colleghi.
Ma tutto questo è inutile. Insegno una materia "del cavolo" e tutto quello che faccio, ho fatto non vale un fico secco.

domenica 16 ottobre 2011

Casa in attesa




La mia casa  è grande, troppo grande.
Ora che i miei figli se ne sono andati è enorme.
Le stanze sembrano essersi raddoppiate di volume e triplicate come numero.

C'è freddo.
Un vento sembra muoversi per la casa
a percorrere le stanze alla ricerca  di qualcosa o qualcuno.

Tutto è immobile, in attesa di ritrovare il proprio posto,intanto giace guardingo e sembra spiare   il mondo.
Ogni cosa sembra stare sospesa .

Il panno  sul divano attende  il profumo dei giovani corpi.
Il frigo attende i  rumorosi pranzi in famiglia.
Il tavolo aspetta le braccia che posavano spesso per un caffé.

Le stanze al piano di sopra sono gelide, tristi.
I letti su cui  i ragazzi riposavano, parlavano, leggevano,
sono rigidi, tesi, come incapaci all'uso consueto.

Ed io sono invecchiata.
Non rido più come allora.
Sono  anch'io in attesa del loro ritorno.

mercoledì 12 ottobre 2011

Programmi.....

Basta! E' ora di finirla con questa pigrizia! Ancora un chilo di più!
Bisogna che riorganizzi la mia giornata... e la mia vita!
Devo perdere peso.
Quindi inutile restare sul divano facendo finta di lavorare, per passare il tempo a navigare su internet!
Da domani un'ora, forse una mezz'ora di passeggiata al giorno! Così mi rimetto in forma e non penso al cibo!
Devo imparare l'inglese!
Bene! Quindi invece di guardare certe stupidate alla televisione mi metto a leggere in inglese o ad ascoltare qualche cosa su internet in inglese! Così la smetto di rincretinirmi e imparo qualcosa di utile!
Devo diventare più ordinata!
Ne ho abbastanza del registro in disordine, dei buchi che non so come riempire, della cucina piena di piatti da lavare, degli abiti ammassati sul letto, delle foglie che volano in giardino, dei divani in disordqine, dei ragni che pullulano, dei libri dappertutto! Mamma mia, che lavoro che c'è!!!!! Niente paura, basta non rimandare i lavori! Basta non dire: "Lo farò domani." e fare ogni giorno quanto è richiesto. I piatti dopo il pranzo, il letto al mattino, riporre i vestiti dopo l'uso, così come i libri. Facile!
Devo curare di più me stessa!
E' ora che la smetta di mettere sempre le solite cose ormai stinte, che non curi i dettagli, gli accessori. E' il momento di pensare alle rughe, ai capelli bianchi, alla cellulite!
Quindi una camminata di un'ora al giorno, la crema tutte le sere. E poi abbasso l'avarizia e qualche cosa di nuovo ogni tanto!!!!
Devo curare di più le relazioni sociali!
Ne ho abbastanza di restare sola  e di lasciarmi prendere da quella malinconia dettata dalla solitudine! Il mondo è pieno di gente interessante, che vale la pena di conoscere e di frequentare. Perciò niente più pomeriggi in solitudine a poltrire! Telefono in mano  alla ricerca di un'amica o di un conoscente con cuiscambiare due parole o ancora meglio, via sulla macchina a visitare un'amica.
Devo curare più la mia cultura!
Basta  film,   telefilm o libri stupidi! Ora solo libri profondi, film d'autore, saggi, conversazioni con persone colte, approfondimenti e riflessioni.
Bene! Come sarò dopo, mi chiedo?

martedì 11 ottobre 2011

Mia figlia

Mia figlia è una persona speciale.

E' bella, ha due grandi occhi azzurri, un sorriso accattivante, un corpo sinuoso. E' bella,  ma non sa di esserlo. Si muove con disinvoltura a suo agio tra la gente, ma non ostenta alcuna vanità.

E' intelligente, di un'intelligenza vivace, pratica, che risolve rapidamente ogni contrattempo; ma continua a guardare con ammirazione ed invidia chi ha conoscenze enciclopediche scambiandole per intelligenza.

E' sensibile, dolce e gentile, ha parole gentili e sorrisi pieni di comprensione per tutti coloro che le stanno vicino; ma  non è completamente consapevole del valore delle sue parole e dei suoi sorrisi, li regala senza risparmio.

E' magra, esile, sottile, ma sa anche essere forte e determinata quando prende una decisione.

E' affettuosa, affezionata e generosa del suo tempo e dei suoi sentimenti e delle  sue cose. Può stare ore ad ascoltare e ad offrire conforto e comprensione.

E' speciale, straordinaria, unica e mi manca tanto!

 Mi mancano i suoi sorrisi e i suoi abbracci, la sua  musica e i suoi amici, le chiacchiere davanti ad un caffé, il suo parere sul mio abbigliamento, i suoi piatti di riso in bianco, gli squilli del telefono per lei, e le conversazioni sul lettone!.

domenica 9 ottobre 2011

Domenica pomeriggio

Mi sto godendo una domenica pomeriggio in solitudine!
Sono sola, accoccolata sul divano, con il computer alla mia destra che mi tiene legata al mondo esterno, ai miei figli lontani, la televisione che cerca di toccare temi profondi, i compiti da correggere e me stessa.
Sono contenta, mi rilasso, penso, mi riposo, rifletto. Ogni tanto cerco i miei figli su internet, ma  Lucia sta dormendo e Vittorio probabilmente è in compagnia dei suoi compagni di studio. Non li trovo su skype, ma l'idea che posso comunque raggiungerli di tanto in tanto mi fa sentire bene.
Sto bene perché non ho impegni, sono libera del mio tempo, posso disporre delle mie ore pomeridiane senza obblighi o scadenze. L'idea di poter sprecare il proprio tempo di tanto in tanto mi fa sentire come se fosse eterno, come se si perdesse il conto delle ore che passano e che ci separano dalla fine della vita.
E' quella sensazione che si prova da giovani quando ci sentiamo invincibili, senza fine e senza limiti. Allora non si pensa che ogni minuto ha un valore assoluto e che è insostituibile; allora si consuma la vita come se ce ne fosse a iosa, come se si potesse attingervi come ad una fonte. Che bella sensazione!
Oggi per me è come quando da bambina passavo pomeriggi interi a provare a strimpellare su quel piano della Bontempi, senza ad arrivare a nulla di buono, come quando a 16 anni ascoltavo le canzoni di Battisti per pomeriggi interi cercando di capire le parole per poterle cantare, come quando a vent'anni passavo ore a sognare ad occhi aperti la sera.
Alla fine che sarà perdere tempo? So che domani me ne pentirò e mi farò programmi terribili per cercare di recuperare il tempo perduto: un'ora di camminata, un'ora di lettura, due ore di correzioni, un'ora d'inglese, poi lavori in cucina, da mia madre, le lezioni.., ma oggi  mi riposo e approfitto di me stessa.

sabato 8 ottobre 2011

Interrogazioni

Oggi a scuola mi sono molto arrabbiata, anche se ho mantenuto la calma e ne sono fiera.
Classe 5, dopo 3 settimane di lavoro sullo stesso argomento: la lettura e l'analisi del libro di Tahar Ben Jelloun "Le racisme expliqué à ma fille" inizio il giro di interrogazioni programmato.
Queste erano state ampiamente preparate  con lavori di gruppo in classe.  Prima è stato redatto  un riassunto del testo sulla base di domande guida, poi  si è preparato l'"exposé oral" in base ad una traccia data, sempre in classe, con lavori di gruppo.
I ragazzi dovevano preparare l'esposizione dello stesso testo, mettendo in evidenza i punti salienti, vestendo i panni di diversi personaggi: un giornalista, Tahar Ben Jelloun stesso, un esponente del movimento SOS racisme, un rappresentante del "Front National". Per poter interpretare al meglio il loro lavoro, avevano il diritto di tenere sotto gli occhi una breve sintesi del lavoro con i punti prinipali da sviluppare.
Tutto bene no? Mi sembra di aver operato al meglio, di aver lasciato tempo e aiuti...
Malgrado ciò ho dovuto assistere a contestazioni.
Una ragazza mi ha detto: " Ma non si capisce niente di quello che si deve fare" un altro dopo aver ricevuto una valutazione negativa, pareva impazzito ed è esploso dicendo: "Ma non c'è solo francese"..
Ora io mi chiedo... "Ma cosa deve fare un insegnante perchè imparino?"
Sono molto delusa perchè alcuni hanno veramente una pigrizia mentale coperta da un'arroganza preoccupante.
Io mi schiero dalla parte di tutti coloro che lavorano seriamente e che partecipano e fanno fatica.
Ma sono più stupidi? Devono subire questa arroganza e queste giustificazioni?
Sarà sempre così?   Chi lavora devrà  continuare a farlo stringendo i denti in silenzio e trarre soddisfazione solo da se stesso mentre i furbi pur non facendo nulla si faranno comunque strada con l'arroganza e la sopraffazione?
Non posso accettarlo. Voglio continuare ad essere severa, solo per coloro che lavorano duro in silenzio senza lamentarsi.

venerdì 7 ottobre 2011

Il senso della vita

Mi rifiuto di pensare che il senso della vita non esiste. Sono sicura che tutto abbia un senso, anche solo per la preservazione della specie. 
Già questo è un senso importante.  Ciascuno di noi è un tassello nella rete della vita e tutto deve procedere al meglio, così com'è previsto, così come avviene da sempre,  di modo che tutto possa continuare.
Così chi ha dei figli e li  fa crescere sani e li aiuta ad assumere il proprio ruolo nella vita ha già dato un senso alto alla vita, ha fatto sì che tutto possa procedere e forse possa anche migliorarsi.
Certo non tutti potranno o riusciranno ad avere dei figli e ad assicurare la prosecuzione della specie, quindi chi non ne ha? Costoro vivono inutilmente?
Io non credo proprio. Ciascuno di noi deve individuare quale ruolo può assumere nella società.  Altri ruoli sono fondamentali per il mondo umano: medici, insegnanti, infermieri, scienziati, Persone che possono rendere più facile la vita o che possono aiutare a superare difficoltà o che possano educare le generazioni ad trovare la propria strada.
Credo che questo sia il senso della vita! Fare qualcosa per quelli che vivono con noi o che verranno dopo di noi.. Non chiudersi in uno sterile  egoismo in cui tutto ruota intorno ad un centro che coincide con se stesso.
Secondo me tutto ruota, con un certo disordine,   in uno spazio determinato  per finire là dove qualcos'altro comincia o per alimentare un altro movimento..
Siamo quello che resta di noi, dopo di noi. Viviamo e lavoriamo per un lascito che non potremo vedere, di cui non sappiamo le conseguenze, di cui possiamo soltanto immaginare l'importanza.
Compito ingrato! Non possiamo sapere come reagiranno dopo di noi, che apporto abbiamo portato alle genarazioni future....
Saremmo piuttosto portati a concederci quelle gioie che possiamo immediatamente apprezzare, le gioie terrene: abiti gioielli, viaggi, cibo, serate divertenti... ma queste non possono essere il fine ultimo. Queste sono solo i piaceri che ci aiutano nel percorso, che ci permettono di lasciarci andare ogni tanto, di riposare dalla fatica.  Alle volte assumuno una tale importanza che rimpiazzano il fine ultimo, l'obiettivo centrale.
Ma che dolore quando ormai tardi  si scopre di essersi persi nei meandri della vita e di essersi riposati ai margine senza aver proseguito diretti all'obiettivo!!
Allora ci si resta amereggiati, gravati di inuti orpelli e internamente vuoti..
Pesanti fuori e vuoti dentro!!!

giovedì 6 ottobre 2011

Aspettando .....

L'attesa è il momento più bello...

L'attesa di cominciare una nuova attività, dunque l'aggrovigliarsi di idee e progetti che si muovono nella mente, che si sovrappongono, che si intersecano e che creano uno stato di fervida ansia di cominciare...

L'attesa di incontrare qualcuno, da cui avere delle risposte, che non si vede da tempo, che rappresenta qualcosa e quindi l'immaginare come sarà, il formulare delle ipotesi sul come, su cosa accadtà dopo, sul futuro...

L'attesa di partire per un viaggio, per una vacanza, per nuovo lavoro lontano, la preparazione dei dettagli di viaggio, dei bagagli, i saluti, gli addii, le feste, le lacrime, l'ansia, tanti sentimenti che si uniscono, sovrappongono, susseguono, che non fanno dormire la notte e sognare di avventure speciali..

domenica 2 ottobre 2011

Io

Posso fare qualcosa per me?
Riesco a trovare il tempo per riprendermi la mia vita?
Posso fare in modo che lo scorrere del tempo non sia troppo inclemente con me?

Si, devo farlo.
Si, posso anche riuscirci.
Si, debbo riordinare le mie priorità.

Se prima le priorità erano: famiglia,  lavoro,
E ogni minuto della mia vita era destinato ad esse,
Senza che ci fosse spazio alcuno per me stessa;

Ora devo rivedere queste priorità,
Introdurre l'idea che ci sono Io al primo posto,
Che Io non può essere soccorso che da Me. 

E non debbo indugiare ulteriormente,
Il mio Io ha già aspettato troppo,
Ormai è impaziente e forse anche già un po' disilluso.

Io ha voglia di sole, di luce, di movimento,
Ha voglia di letture, di spettacoli, di compagnia,
Ha bisogno di carezze, di gioia, di bellezza.



sabato 1 ottobre 2011

I miei figli

Sono il senso della mia vita.
Sono il motivo per cui ogni giorno val la pena di essere vissuto.
Sono quello che mi permette di sentirmi un po' eterna e vicina al creatore.
Sono la cosa per cui sarei pronta a sacrifici inumani e a pene atroci.
Sono la luce dei miei occhi, il mio presente e il mio futuro
Sono il mio gusto della vita, il mio cannocchiale sul mondo.
Non potrei immaginare la mia vita senza di loro.
La loro idea e forse anche la loro immagine era dentro di me ancor prima che io scegliessi il loro padre.
Già bambina sapevo che avrei avuto tre figli splendidi di cui essere così orgogliosa.
Tutto era già scritto dentro di me ed io non me ne sono sottratta.
Ho lasciato che queste tre vite prendessero forma attraverso di me.
Ho lasciato che queste tre splendide esistenze trovassero la loro strada attraverso le difficoltà di questa realtà.
Ho provato a spianare loro la strada, ma non ho potuto farlo.
Ho dovuto accettare che soffrissero, che provassero pena, che piangessero, che trovassero macigni sulla loro strada.
E' stato per me la cosa più penosa, ma non ho potuto far nulla.
Ho potuto solo offrire la mia comprensione, la mia solidarietà.
Talvolta ho dovuto ingannarli perché soffrissero meno.
Non sarò sempre al loro fianco, non potrò sempre seguirli e ciò mi fa pena.
Ma sono sicura che saranno la base di nuove vite future, di nuove esperienze bellissime e irripetibili.

BRIOCHE ALLA MELA

Viva la meravigliosa  brioche alla mela, dolce, morbida, fragrante,calda, succosa, irrinunciabile.
E' perfetta al mattino presto, lì inerte ad aspettare che qualcuno arrivi ad apprezzarla.
La sua mela morbida, la poca crema,  giusta per accennarne il gusto, i chicchi di uvetta umidi e succosi, la pasta sfoglia fragrante e agrodolce, tutto è perfetto per iniziare la giornata con dolcezza.
E' un dolce connubio tra le brioche dei nostri giorni e quel gusto antico di torta di mele dell'infanzia. Ha un sapore di antico, pur essendo una comune brioche da forno.
Sa di domenica mattina, di odore proveniente dalla "Petronilla" dove cuoceva la torta di mele, fatta con le mele  della campagna che ormai tendevano ad andare a male. Quella torta grande, generosa di cui mi sarebbero toccate anche due fette alla domenica a pranzo.
Mi ricorda anche lo strudel che ho cominciato ad apprezzare da più "grande", quando insieme allo studio della lingua tedesca ho cominciato ad apprezzare anche i principali prodotti di questa cultura, opere, città, paesaggi ed anche prodotti della cucina.
Ecco perchè forse mi piace tanto, mi lega al mio passato e mi fa rivivere momenti di piacere e di scoperta del piacere. Tutto un mondo dentro questa dolce, piccola, insostituibile pastina alla mela.

FILASTROCCA DELLA TERZA ETA’

Non è una malattia la senilità. E’ una stagione dell’esistenza come lo son l’adolescenza l’infanzia e la maturità. Non è un appestato ...