giovedì 27 ottobre 2011

Che delusione!

Mi sono investita molto nel mio lavoro. Ho cercato di acquisire una competenza adeguata e cerco sempre di migliorare le mie competenze. Nella maggior parte dei momenti della mia vita, la mia preparazione, il mio lavoro hanno invaso la mia vita privata, la hanno condizionata.  Ho cercato di adattare  e di conciliare la mia vita famigliare con il mio lavoro.
Non mi è bastato e non mi basta essere preparata. Consapevole del fatto che non si può comunicare parole vuote o concetti sterili o conoscenze fini a se stesse, mi sono gettata alla ricerca della motivazione... Ho messo in atto tutte le strategie che conoscevo, ne ho inventate di altre, ne ho rielaborate e  prese da colleghi e manuali... Tutto ciò che era possibile fare l'ho fatto per riuscire a stabilire un legame di fiducia e collaborazione con i miei alunni, per cercare di tenere viva la loro attenzione per stimolare i loro interessi, per far sì che tirassero fuori le loro capacità, le loro doti.
Ma non mi è bastato. Ho cercato di parlare il loro linguaggio, di entrare in comunicazione con loro attraverso i loro strumenti, le nuove tecnologie. Anzi li ho spinti a migliorare anche queste competenze, a farne un uso diverso e più consapevole.
E non mi sono fermata qui. Sono andata alla ricerca di nuove frontiere, di nuove sfide da vincere. Ho giocato con loro a creare e competere. Ne siamo stati soddisfatti.
Non ho remato sola. Ho cercato e trovato la collaborazione dei miei colleghi. Ho condiviso idee, progetti, conoscenze, competenze, onori e successi.
Sono partita sempre ogni anno con rinnovato entusiasmo. Mi sono fatta promotrice di un rinnovamento anche fra i miei colleghi.
Ma tutto questo è inutile. Insegno una materia "del cavolo" e tutto quello che faccio, ho fatto non vale un fico secco.

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