sabato 12 marzo 2011

Si parla di motivazione

Si parla spesso di motivare gli alunni, di dare loro voglia di apprendere, di sucitare la loro curiosità, il loro interesse, di sostenerli nell'apprendimento, affinché la loro motivazione non cada. Tutto condivisibile d'accordo, ma la motivazione degli insegnanti..... chi la sostiene?
Qualcuno dirà.. Gli alunni stessi, quando vedi che stanno imparando, sei motivato a proseguire nello stesso cammino. Questo vale per gli insegnanti dei licei, dove gli alunni ancora studiano e seguono le indicazioni degli insegnanti. Per tutti gli altri corsi di studio non vale più. Nessuno più passa i pomeriggi a studiare, o se lo fa, lo fa così male che non ritiene più nulla nel giro di una settimana. Quindi nessuna motivazione dagli alunni.
Non possiamo nemmeno più contare sul compenso economico che ci mettava una volta in una situazione privilegiata. Ora quello che guadagnamo ci basta forse per vivere e non ci resta nemmeno il denare per coltivare la nostra formazione...
I colleghi si sostengono reciprocamente? Forse, qualche caso isolato. In realtà nella maggior parte dei casi il nostro è un lavoro molto individuale e individualista. Siamo rinchiusi nel proprio stanzino della materia e perseguiamo solo l'obiettivo della nostra disciplina, perdendo di vista tutto il resto.
Allora? Niente e nessuno ci sostiene? No, ho trovato. La motivazione che ci sospinge è pedagogico-sociale. Il nostro lavoro è una  missione, noi siamo chiamati ad educare la futura generazione e le nostre parole e il nostro esempio segneranno il percorso educativo dei nostri alunni....
Finalmente! Ora sono contenta. So per cosa vale la pena di lottare!!! per la formazione dei nostri alunni.
Ieri però un mio alunno di terza mi ha detto: " Certo che lei ha una laurea che conta poco. Che laurea ha' in lettere?" " No, in lingue" " Be allora.. non può sperare di avere una carriera e di contare nella vita  sociale"..... Dopo queste parole... non sono più così convinta di poter influire sulla formazione dei miei alunni. Credo proprio di non essere un modello, anzi forse sì... sono il modello di qualcune che nella vita non ce l'ha fatta.

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