giovedì 21 giugno 2012

La faccia del terremoto

Qual è la faccia del terremoto?
Ciascuno di noi ha visto un volto diverso.
C'è chi non scorda le case ondeggiare,
chi invece ha visto la campagna fluttuare come le onde marine
e chi ha assistito inerte al crollo della propria casa.
Per me invece il terremoto ha il volto dello spavento dei miei cari.
Quasi come se non mi avesse personalmente toccato.
Non ho avuto paura del sisma per la mia vita.
Nemmeno per un attimo mi ha sfiorato la paura di soccombere,
ho avuto invece lo stomaco attanagliato dalla paura che qualcosa potesse accadere ai miei cari.
Ricordo distintamente i miei familiri stare male accanto a me.
Mia madre reclinata su stessa, quasi alla ricerca della posizione fetale,
ormai consapevole di essere al capolinea.
Mia nuora sdraiata sul prato, con lo stomaco attorcigliato, incapace di muoversi.
Mia figlia piangere ed abbracciarmi forte dopo aver visto la terra muoversi sotto i suoi piedi.
Mia nipotina urlare alla vista di tutto questo terrore.
E mio marito inconsapevole, che non voleva allontanarsi dal suo ufficio.
Non sapevo chi soccorrere. Non potevo fare nulla.
Non volevo avere paura, ma non avevo risposte.
Debbo ringraziare me stessa o forse mia madre se sono sempre così forte,
se cerco sempre di trovare una via d'uscita, se non amo commiserarmi.
Ho passato i giorni successivi al sima a fare qualcosa, ad occuparmi dei miei, a mostrare che io c'ero e che potevano contare su di me.
Ora sono stanca.

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